Sarri è una scelta rischiosa, non da Juventus

Da poche ore l’incertezza sul prossimo allenatore della Juventus è terminata. Maurizio Sarri è il nuovo tecnico e prenderà in mano il gravoso compito di allungare la striscia di successi della Juventus di Andrea Agnelli e, possibilmente, portarla a quella vittoria che tutti attendono e cioè quella della Champions League. La scelta del tecnico può piacere o meno ma Sarri è ora l’allenatore della Juventus e va sostenuto e sicuramente (aggiungiamo noi) aiutato perchè la sua capacità di condurre una squadra con le ambizioni che hanno in questo momento i bianconeri è abbastanza dubbia.

Tuttavia sostenere l’allenatore non significa non poter fare delle valutazioni sull’operato della società e del risultato raggiunto e ci sono diversi aspetti che sono interessanti da analizzare e mostrano come, per la prima volta da otto anni a questa parte, forse la società non si sia dimostrata al 100% all’altezza del compito.

1. L’allenatore non c’era quando Allegri ha lasciato

Come altri commentatori e come tanti altri tifosi, io ero sicuro che la Juventus avesse in mano il nuovo allenatore quando ha interrotto il rapporto con Massimiliano Allegri. Non sembrava infatti da Juventus che la società avesse iniziato una crisi al buio, annunciando il cambio tecnico senza avere una alternativa e vedendosi costretta ad andare a cercare “sul mercato” quello che le serviva con il rischio concreto di non trovare una figura adatta.

Ebbene possiamo dire che non era così! Per quanto sia incredibile, e anche ammettendo che ci fosse una discussione piuttosto avanzata e persino un pre-contratto firmato con Guardiola, il risultato dimostra che questa certezza non c’era e che la società ha davvero iniziato la ricerca del nuovo tecnico senza avere una sicurezza. E’ un comportamento non da Juventus, che denota una grave improvvisazione ed impreparazione. I fatti hanno poi dimostrato che questa scelta è stata per lo meno avventata.

2. Sarri non è una figura in linea con i programmi della società

Non si discute qui se Maurizio Sarri sia un bravo tecnio o meno. Supponiamo che lo sia. Non è però certamente un tecnico vincente, una figura di grande profilo, riconosciuto e stimato in Europa. In poche parole, non è una figura che possa far crescere il brand Juventus, obbiettivo principale della gestione Agnelli. Il titolo di AS, quotidiano sportivo di Madrid (“Sarri allenerà Cristiano”) in questo senso è emblematico e sa di scherno. Un allenatore, magari bravo, ma non certo riconosciuto come uno dei migliori a livello europeo, allenerà il migliore giocatore del mondo. E taciamo, in tal senso, del suo vice Martusciello…

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Tralasciando le sciocche argomentazione relative alla tuta o non tuta, francamente ridicole, è proprio l’uomo Sarri a non essere in linea con quella che è stata l’impostazione aziendale data da Agnelli negli ultimi anni. Per dirne una, Marotta è stato allontanato per svecchiare la dirigenza e poi si prende una persona di 60 anni come allenatore, per di più poco stellare. Non sembra una scelta ponderata. Sembra invece una scelta last minute.

3. Sarri non ha convinto nella stagione della consacrazione

Di Maurizio Sarri la stampa italiana ha sempre detto benissimo ma era un benissimo sincero o era un riflesso della sua rivalità con la Juventus ? Esaltando Sarri si voleva ammirare l’uomo o c’era una lotta sotterranea allo strapotere juventino che, non potendo concretizzarsi nelle vittorie, lo faceva in altri ambiti ? Il nuovo tecnico ora la chance per dimostrare che ciò che si dice di lui sia vero ma la sua prima stagione in Gran Bretagna è stata buona ma non esaltante. Sarri lasciava Napoli, doveva aveva fatto benissimo, con la nomea di maestro, limitato solo dalle scarse possibilità economiche e dal Napoli e da una certa parsimonia del suo presidente.

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In un club con altre ambizioni, si diceva, Sarri mostrerà le sue qualità e cosa possa fare con grandi giocatori. Tra l’altro, l’allenatore toscano arrivava in un campionato vinto di recente da due allenatori italiani: quel Ranieri autore di una delle più grandi imprese sportive del Calcio e il suo predecessore Antonio Conte proprio con il Chelsea.

Sarri invece è entrato in rotta di collisione con tutti: pubblico che odiava il suo sarri-ball; giocatori protagonisti di vere e proprie rivolte contro di lui; dirigenza blues che è arrivata a pochissimo dall’esonero attorno a Gennaio – Febbraio. Per salvare la pellaccia Maurizio Sarri ha dovuto mettere da parte tutte le sue teorie, abdicare e cedere sostanzialmente il controllo della squadra ai giocatori, fare patti di sopravvivenza con le stelle della squadra (da Hazard e David Luiz) e abbandonare la stessa idea di bel gioco in favore della vittoria. In questo senso le partite contro il City di Guardiola sono state emblematiche: Chelsea chiuso in area a difendere e a tentare di ripartire in contropiede.

In questo modo la squadra di Sarri ha salvato la pellaccia del suo allenatore e, pur non incantando e giocando male, ha vinto una Europa League nella quale ha superato due volte il turno ai rigori, inclusa la semi-finale nella quale i difensori blues hanno salvato due volte la palla sulla linea di porta nel secondo tempo supplementare. Ora, posto che a volte capita di non giocare benissimo, è una mossa astuta prendere un allenatore che alla sua prima stagione a grandissimi livelli (di budget; di palcoscenico; di calciatori) ha dovuto sostanzialmente rinnegare se stesso per portare a termine la stagione in modo buono ma senza eccellere ? Maurizio Sarri non andava in Premier a spiegare agli inglesi come si giocasse a calcio ? E quando ha dovuto confrontarsi con grandi giocatori quello che ha ottenuto è stata una rivolta totale che a momenti lo avrebbe portato all’esonero, trasformata poi in una pace armata. Forse era meglio attendere che Sarri dimostrasse di più prima di affidargli la Juventus delle stelle.

Senza contare che si è sempre parlato di un Allegri in rotta con alcuni giocatori perchè giocavano pochi (Dybala, Douglas Costa, Cancelo etc.). Sarri però è quell’allenatore che nel Napoli ha fatto giocare sostanzialmente 13-14 giocatori e arrivato al Chelsea, dove la qualità avrebbe dovuto consentirgli di sfruttare meglio la rosa (si diceva che a Napoli le riserve non fossero all’altezza), ne ha fatti giocare 14-15.

4. La scelta di Sarri sminuisce le vittorie della Juventus

Da ultimo, ma non per importanza, la scelta di Maurizio Sarri non può che sminuire le vittorie della Juventus di Agnelli. L’allenatore toscano è stato infatti l’alfiere delle scuse e delle campagne stampa proprio contro i bianconeri. Si è prestato volontariamente ad essere parte di tutte le peggiori campagne stampa volte e sminuire e delegittimare le vittorie bianconere, a volte accreditando palesi boutade come “lo scudetto del bel giuoco”, altre insinuando ruberie e truffe. Dal colore delle magliette a chi doveva giocare prima, dai rigori concessi alla qualità del gioco, Maurizio Sarri è stato protagonista di tutte le più ridicole campagne anti-juventine. Se ne è fatto portavoce, le ha avallate e sponsorizzate per giustificare se stesso.

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Agnelli è troppo intelligente per non sapere che scegliere Sarri significa in parte avallare quelle critiche, portare la stampa a dire “avete visto? Avevamo ragione noi: quelle vittorie valgono meno…”, sminuire quanto fatto in precedenza dando implicitamente ragione a quelle persone tanto da dover “comprare” uno dei suoi massimi interpreti per migliorare. Sarri avrà le sue difficoltà a giustificare l’aver accettato la corte del nemico, del Palazzo, dopo aver promesso a mari e monti di essere lì per conquistarelo non per farselo amico, ma indiscutibilmente per la Juventus avere fatto una proposta a Sarri significa anche avallarne implicitamente le posizioni.

Non sembra una strategia sufficientemente ragionata, sembra una soluzione dell’ultimo minuto, affrettata e non in linea con le idee e le posizioni della società.

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3 anni fa

[…] Avevamo già criticato la scelta di Maurizio Sarri che la Juventus aveva fatto a Giugno 2019 definendola “non da Juventus” per cui non ci sorprende per niente l’esonero avvenuto nella giornata di ieri, a poco più di un anno dall’annuncio ufficiale. Per quanto ci riguarda era così chiaro che Sarri non fosse la persona giusta che oggi ci sorprende più il fatto che qualcuno possa averlo mai pensato. L’esonero del tecnico chiude un periodo molto difficile che Agnelli in persona ha definito “durissimo” e ha dato il via ad una sequela di articoli che in qualche modo cercano di addebitare la scelta alla società, ad una presunta fretta, alla mancanza di pazienza o ad altri fattori quasi che Sarri sia stato ingiustamente scaricato. Anzi, proprio il noto Blooog di Fabrizio Bocca su La Repubblica parla di un Sarri “sedotto ed abbandonato”. E’ una posizione non dissimile da quella che molti commentatori avevano tenuto al momento della scelta, sponsorizzando Sarri senza se e senza ma, ed è quindi logico che questi commentatori cerchino di far passare il tecnico toscano come una vittima della malvagità della grande società che l’ha triturato, magari addirittura sfruttato, e poi cacciato senza ragione. Fa comodo il mito della grande azienda cattiva che maltratta l’uomo semplice, l’uomo del popolo ma non è andata così. […]