Cosa ci hanno detto Allegri ed Agnelli

Alla fine della conferenza stampa quello che non era affatto chiaro era forse la cosa più importante: perchè Allegri e la Juventus si separano ? Il momento è stato forse uno dei più toccanti degli ultimi anni e si vede di rado una società come la Juventus rendere omaggio in questo modo ad un allenatore che, secondo quanto si dice, sarebbe stato esonerato. Il presidente che viene ad omaggiarti, la squadra (incluso il giocatore più forte del mondo) lì riunita ad ascoltarti ed a applaudirti e tutto per dire che ti hanno licenziato. Voi ci credete ? Io no.

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Quando la Juventus ha presentato il giocatore più importante al mondo a condurre la conferenza stampa c’era Fabio Paratici, il responsabile dell’area sportiva della Juventus. Ad omaggiare Allegri si è presentato invece il presidente della Juventus, come a rimarcare l’importanza del momento, superiore a quella rivestita da Ronaldo che in questa occasione era seduto ad ascoltare. Sono segnali che in una società come la Juventus vanno colti se si vuole capire costa stia succedendo. Nulla, nemmeno queste cose, succedono per caso a Torino.


Quando la Juventus ha presentato il giocatore più importante al mondo a condurre la conferenza stampa c’era Fabio Paratici. Ad omaggiare Allegri si è presentato invece il presidente della Juventus

Per capire dobbiamo ascoltare cosa ci viene detto ma anche quello che non viene detto e leggere tra le righe, tra quello che si vorrebbe dire e non si dice per correttezza, per stile o semplicemente per rispetto.

Agnelli e l’allenatore già scelto nel 2013

Andrea Agnelli ha rivelato innanzitutto particolare inedito. Nel 2013 andava con Paratici ad assistere alla finale della Champions League e mentre era sul pullman dal finestrino vide Allegri uscire da un hotel e, rivolgendosi al collega disse: “guarda il prossimo allenatore della Juventus”. Con questo il presidente ci vuole dire due cose:

  • che l’allenatore della Juventus nel 2013 l’ha scelto lui;
  • che quando c’era ancora Conte alla guida della squadra lui voleva già Allegri, “14 mesi prima dell’ingaggio effettivo” ha ricordato.

Questo è certamente un messaggio anche ad Antonio Conte, oltre che ai giornalisti ma è un messaggio secondo me anche a Nedved e Paratici come vedremo più avanti.

Commozione, amicizi e “perchè vi separate allora?”

Ogni vero juventino dovrebbe guardare con attenzione quella conferenza stampa. Qui di seguito potete seguire l’audio ma se trovate anche la registrazione video fatevi un favore e guardatela perchè è un momento straordinario che segna anche un nuovo standard negli addii tra allenatori e società, una cosa che non a caso inaugura la Juventus.

La conferenza stampa (solo audio)

Molti giornalisti hanno rimarcato la commozione che spesso si è notata sia in Allegri che in Agnelli, al limite delle lacrime, tanto che come giustamente ha fatto rilevare Crosetti de La Repubblica, tanto è la sintonia e l’affetto con il presidente che non si capisce perchè in realtà le loro strade si separino. Difficilmente si sono visti allenatori e società lasciarsi così e questo non può che indicare che l’ostacolo non è nel il famigerato bel giuoco di cui tanto si favoleggia nè tantomeno i risultati sportivi che il presidente Agnelli ha voluto elencare personalmente insieme ai tanti record di Allegri. Per Conte era stata fatta la stessa cosa ? Mi pare di ricordare di no…

Investimenti immobiliari e non: il primo indizio

Non sono quindi i risultati nè tantomeno la mancanza di bellezza le motivazioni dell’addio. Anzi, Agnelli ha detto (esagerando) che non ci sono motivazioni “fattuali”, cioè secondo lui non c’è un motivo preciso. Ovviamente non è così: il motivo c’è ma la Juventus non vuole rivelarlo, probabilmente perchè sono cose interne e che non attengono necessariamente aspetti che devono essere conosciuti all’esterno della società.

Ma Agnelli ha anche parlato esplicitamente di investimenti che la società deve fare: una “casa” per la U23 e per la Juventus Women ed altri non meglio precisati investimenti immobiliari. Questo sembra confermare che Allegri avesse chiesto un rinnovamento della squadra che la società non voleva/poteva effettuare e che, in mancanza di questo adeguamento, Allegri abbia detto che non se la sentiva di continuare.

Messaggio a Paratici e Nedved: Allegri ha vinto “da solo”

Il presidente della Juventus ha poi ripetuto diverse volte che i risultati straordinari ottenuti da Allegri sono stati ottenuti “da solo” e a rimarcare questo concetto gli ha regalato una maglietta con scritto “history alone” (la storia da solo). Ma che vuol dire che Allegri era “solo” ? Perchè da solo ?

E’ ovvio che Agnelli intendeva mandare un messaggio insieme all’interno ed all’esterno della società. Probabilmente intendeva dire che Allegri ha subito sin da subito una lotta sotterranea da parte di altri elementi della società e che nelle sue scelte non è stato aiutato da nessuno. Da chi ? Non è difficile immaginare che i destinatari fossero Paratici e Nedved che evidentemente non hanno gradito la scelta del presidente di prendere Allegri sin dal 2014 e, se non l’hanno ostacolato, evidentemente non l’hanno nemmeno aiutato.

Agnelli ha così voluto mandare anche un messaggio a Paratici e Nedved che suona più o meno così: stiamo facendo una cavolata ma voi me l’avete chiesto e io la sto facendo. Attenzione a cosa farete da oggi in poi perchè se poi il vostro piano non dovesse portare quei risultati che dite, rischiate in prima persona. E forse, con un pizzico di orgoglio ha voluto anche rivendicare anche la sua scelta del 2013 ricordando che con l’allenatore scelto da lui si sono battuti tutti i record, si sono vinti 5 scudetti consecutivi, 4 Coppe Italia etc. Con quello scelto da Paratici che, come ha confermato Agnelli, “sceglierà il prossimo allenatore della Juventus”, bisogna vincere di più o il saldo sarà per lui (Paratici) negativo.

Stiamo facendo una cavolata ma voi me l’avete chiesto e io la sto facendo. Attenzione a cosa farete da oggi in poi

Non può che leggersi così la successiva spiegazione sulla separazione dei compiti e delle deleghe assegnate all’area sportiva ed alla sua autonomia se non con un messaggio forte al responsabile di quell’area che diventa anche il responsabile di eventuali insuccessi delle sue scelte.

“L’allenatore non è qui solo per fare i cambi la Domenica”

Un altro indizio di questa guerra sotterranea potrebbe poi essere arrivato da Allegri stesso quando, analizzando il suo ruolo, ha confermato come al Milan e, soprattutto, alla Juventus lui sia cresciuto ed abbia imparato che l’allenatore in una grande società da 500milioni di fatturato non possa essere solo il gestore degli uomini che vanno in campo ma che debba “conoscere tutto ed essere informato di tutto”. E che questo ruolo gli piaccia, gli piaccia molto.

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Non è difficile leggere in queste parole il fatto che Allegri, forse, volesse essere più coinvolto nelle scelte e nelle decisioni, che volesse passare dal ruolo di allenatore a quello un po’ di manager magari in coabitazione con altri ma probabilmente non subire più le scelte senza poter dire la sua. Se confermato, questo potrebbe indicare che Paratici e Nedved si possano essere sentiti minacciati da un Allegri che voleva più potere e che, grazie alla sua grande amicizia con Agnelli, forse stava pure per ottenerlo.

Questo darebbe un senso alle motivazioni “non fattuali” del suo avvicendamento: impossibile gestire troppi galli nello stesso pollaio e forse anche una minaccia (di cui si è scritto in questi giorni) di lasciare da parte di uno o tutti e due i reggenti in casa Juventus. Questo però metterebbe ancora più pressione su Paratici e Nedved che ora sono accerchiati perchè non hanno voluto dividere il potere, non hanno voluto assecondare la preferenza della proprietà e forse hanno anche reclamato maggiore autonomia nelle scelte. Ora non devono e non possono sbagliare, sia a livello di giocatori che – soprattutto – in merito al nuovo allenatore.

Grazie Max. Per uno juventino vero come te questo è solo un arrivederci!

Noi possiamo solo ringraziare Massimiliano Allegri per tutto quello che ci ha dato in questi anni e per avere riportato la Juventus a spaventare tutti in ambito sportivo, oltre che avere goduto di partite esaltanti anche quando poi si è perso come ha ricordato lo stesso Agnelli. Grazie Max ! Questo per uno juventino vero come te che ha avuto la classe di confermare il suo tifo anche solo nella giornata dell’addio e non in quella dell’arrivo (come fanno molti per ingraziarsi l’ambiente), è solo un arrivederci !

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