
Leonardo Bonucci (Viterbo, 1º maggio 1987) è un calciatore italiano, difensore della Juventus e della nazionale italiana.
Nella sua carriera ha vinto sette campionati di Serie A, di cui uno con l’Inter (2005-06) e sei consecutivi con la Juventus (dal 2011-12 al 2016-17), club questo ultimo con cui ha conquistato anche tre Coppe Italia consecutive (dal 2014-15 al 2016-17) e tre Supercoppe di Lega (2012, 2013 e 2015); con la squadra nerazzurra aveva invece conquistato in precedenza, a livello giovanile, un Campionato Primavera (2006-07) e una Coppa Italia Primavera (2005-06).
Con la nazionale è stato finalista all’Europeo di Polonia-Ucraina 2012 e terzo classificato alla Confederations Cup di Brasile 2013; ha inoltre preso parte ai Mondiali di Sudafrica 2010 e Brasile 2014, e all’Europeo di Francia 2016.
Considerato tra i migliori difensori della sua generazione, a livello individuale è stato nominato miglior calciatore AIC nel 2016, oltre a essere stato inserito nel 2013-14 e nel 2017-18 nella squadra della stagione della UEFA Europa League, nel 2015,2016 e 2017 nella squadra dell’anno AIC, nel 2016 nella formazione ideale dell’Équipe e nella squadra dell’anno UEFA, nel 2016-17 nella squadra della stagione della UEFA Champions League e nell’ESM Team of the Year, e nel 2017 nell’11 ideale del FIFA FIFPro World XI.
Biografia
Secondo di due figli, cresce a Viterbo nel quartiere Pianoscarano, uno dei rioni medioevali della città. Nel 2011 sposa Martina, da cui ha due figli nati rispettivamente nel 2012 e nel 2014. Suo fratello Riccardo, maggiore di cinque anni, è stato giocatore in Serie C1 con la Viterbese, e a livello dilettantistico in squadre della provincia di Viterbo.
Il 26 luglio 2012 Bonucci viene deferito dalla Procura Federale della FIGC nell’ambito dell’inchiesta sul calcioscommesse, con l’accusa di illecito sportivo per Udinese-Bari (3-3). Il successivo 3 agosto il procuratore federale Stefano Palazzi richiede per lui una squalifica di 3 anni e 6 mesi: sette giorni dopo Bonucci viene assolto. Il 13 agosto Palazzi presenta ricorso contro l’assoluzione, ciò nonostante il 22 dello stesso mese, in secondo grado, il giocatore viene nuovamente prosciolto. Il 30 novembre la Procura di Cremona chiede una proroga di sei mesi per lui e altri indagati per calcioscommesse iscritti nel registro, e nel luglio 2013 il PM Roberto Di Martino manda un avviso agli indagati, tra cui Bonucci, per notificare il maxi incidente probatorio sulle apparecchiature poste sotto sequestro durante le indagini. Il 9 febbraio 2015 il caso è archiviato dalla procura cremonese.
Caratteristiche tecniche
Nato come centrocampista centrale, in seguito è stato arretrato con successo da Carlo Perrone, suo tecnico nel settore giovanile della Viterbese, a difensore centrale. Nonostante l’iniziale ubicazione alla destra del blocco difensivo, in seguito è andato stabilmente a ricoprire compiti di «regista difensivo» — di fatto aggiornando lo storico ruolo di libero della squadra —; ciò principalmente in una difesa a tre, seppur abbia disponibilità a giocare anche in un reparto arretrato composto da quattro elementi.
Calciatore di grande personalità — caratteristica che porta estimatori e detrattori a dividersi nettamente circa il giudizio nei suoi confronti — nonché avvezzo ad assumersi responsabilità e ruoli da leader in campo, in fase difensiva eccelle nei contrasti e nel gioco aereo, mentre in fase offensiva ben si disimpegna nell’impostare l’azione, effettuare lanci lunghi per i compagni e, in seconda battuta, attaccare gli spazi delle retroguardie rivali. Dopo alcune difficoltà tecnico-tattiche cui incappò nei primi anni di carriera in Serie A — che fecero nascere tra la stampa specializzata il neologismo di «bonucciate» per definire alcuni grossolani svarioni palla al piede, dettati spesso da troppa sicurezza e scarsa concentrazione —, ha raggiunto il suo massimo rendimento nelle stagioni alla Juventus, migliorando considerevolmente agli ordini di Antonio Conte prima e Massimiliano Allegri poi, affermandosi tra i punti fermi della rosa bianconera degli anni 2010 nonché tra i migliori difensori della sua generazione: tra gli altri, Josep Guardiola ne ha parlato come di uno dei suoi giocatori preferiti di sempre.
Assieme ad Andrea Barzagli e Giorgio Chiellini, nel corso degli anni 2010 compagni di squadra sia nella Juventus sia in nazionale, Bonucci ha formato un affiatato terzetto difensivo denominato «BBC» dalla stampa specializzata; la solidità del trio ha portato al paragone con la linea difensiva composta dai terzini Virginio Rosetta e Umberto Caligaris nonché dal centromediano Luis Monti, alla base dei successi di Juventus e nazionale negli anni 1930.
Carriera
Club
Gli esordi: Viterbese e Inter
Tira i primi calci nel Pianoscarano, società del quartiere Carmine della natìa Viterbo, in cui compie tutta la trafila delle formazioni giovanili. Nel 2000 passa alla Viterbese disputando prima il campionato Giovanissimi Sperimentali, e l’anno successivo quello Giovanissimi Nazionali. Nel 2002 si trasferisce temporaneamente alla Nuova Bagnaia per giocare il campionato Allievi, poi nel 2004 torna alla Viterbese, negli Allievi Nazionali allenati da Carlo Perrone. Durante la stagione 2004-05 colleziona qualche panchina con la prima squadra gialloblù, in Serie C2, e sostiene un provino con l’Inter; con le giovanili nerazzurre disputa in prova due tornei, ad Abu Dhabi e a Parma, al termine dei quali la società lombarda, l’11 luglio 2005, lo ingaggia per 40 000 euro inserendolo nella squadra Primavera.
La stagione 2005-06 vede Bonucci vincere con la formazione giovanile interista la Coppa Italia Primavera, agli ordini di Daniele Bernazzani (seppur non scende in campo nella doppia finale contro i concittadini del Milan). Intanto il 14 maggio 2006 Roberto Mancini, tecnico della prima squadra, lo fa esordire in Serie A, facendolo subentrare al 90′ a Solari nella sfida dell’ultima giornata di campionato a San Siro contro il Cagliari (2-2): «pochi minuti ma emozionanti […] ogni palla che arrivava erano brividi»; con tale presenza, a posteriori rientra ufficialmente nella rosa dei campioni d’Italia — dopo l’assegnazione d’ufficio dello scudetto ai nerazzurri, nelle settimane seguenti, per effetto delle sentenze di Calciopoli. Nell’annata seguente rimane nei ranghi della Primavera, perdendo la supercoppa di categoria contro la Juventus (in cui subentra nel corso della finale) ma emergendo poi nel corso della stagione, insieme ad altri promettenti elementi quali Balotelli e Biabiany, tra i maggiori artefici della vittoria del titolo di categoria: «già da ragazzo si intravedeva quanto fosse un vincente, tanto che fu uno dei protagonisti del nostro scudetto», ricorderà a posteriori il tecnico di quella formazione, Vincenzo Esposito. Mancini gli concede inoltre 3 nuove presenze con la prima squadra, tutte in Coppa Italia, tra cui la semifinale di ritorno giocata da titolare contro la Sampdoria (0-0).
Le esperienze a Treviso, Pisa e Bari
Nell’estate 2007, a 20 anni, è ceduto in prestito al Treviso, in Serie B, con cui rimane un anno e mezzo totalizzando 40 gare e 4 reti. La prima stagione in Veneto, agli ordini di Giuseppe Pillon, è molto positiva per Bonucci il quale, alla sua prima esperienza da professionista, riesce a diventare titolare nel corso del campionato trovando anche i primi gol: «era un ragazzo giovane, ma fin dai primi allenamenti mi fece una gran bella impressione, specialmente per la sua personalità», ricorderà in seguito lo stesso Pillon; negativo è invece l’epilogo della sua avventura in maglia biancoceleste, nel primo semestre dell’annata 2008-09, poiché il nuovo tecnico Luca Gotti gli preferisce elementi più esperti come Scurto e Šmit. Il 15 gennaio 2009 passa quindi in prestito ai pari categoria del Pisa allenati da Gian Piero Ventura, dove nella seconda parte della stagione colleziona da titolare 18 presenze e 1 gol. Nonostante la retrocessione del club toscano, il difensore inizia a emergere tra le più valide promesse italiane nel ruolo; ciò anche grazie allo stile di gioco di Ventura, volto a favorire la costruzione dell’azione fin dalle retrovie, e che ben si addice a un calciatore quale Bonucci, un «difensore che pensa come un centrocampista».
Tornato all’Inter al termine di questo biennio di prestiti, il 29 giugno 2009 è acquistato definitivamente dal Genoa nell’ambito della trattativa che porta Milito e Thiago Motta a Milano, venendo valutato 4 milioni di euro. Non ha tuttavia modo di vestire la maglia rossoblù, poiché il successivo 9 luglio è prelevato in compartecipazione dal Bari, neopromosso in Serie A e sulla cui panchina è nel frattempo arrivato proprio Ventura, il quale sollecita la società biancorossa a puntare sul giocatore.
In Puglia è titolare sin dalla prima giornata della stagione 2009-10, un pareggio 1-1 nella trasferta contro la sua ex squadra dell’Inter, e dov’è suo malgrado autore di un fallo da rigore su Milito; ciò nonostante, nel prosieguo dell’annata è protagonista di prestazioni di livello, giocando tutte le 38 partite di un campionato in cui il 30 gennaio 2010 trova il suo primo gol in massima categoria, in semirovesciata nella vittoria interna 4-2 sul Palermo, e che il 3 marzo lo portano a vestire per la prima volta la maglia azzurra. A Bari fa coppia al centro della retroguardia dei galletti con un altro promettente elemento, Ranocchia, formando un giovane ma solido e affiatato duo difensivo che presto emerge tra i migliori del campionato — seppur all’epoca, è proprio il compagno di reparto ad attirare su di sé le maggiori attenzioni degli addetti ai lavori. Al termine dell’unico suo anno in biancorosso, nel giugno 2010 la comproprietà tra Bari e Genoa è risolta prima di arrivare alle buste: il giocatore è riscattato dai pugliesi con la complicità della Juventus, che ne acquisterà successivamente il cartellino.
Juventus
Dalla crisi all’affermazione
Il 1º luglio 2010 il difensore approda alla Juventus per un valore, tra contanti e contropartite, valutato in circa 15,5 milioni di euro. Esordisce in competizioni ufficiali il 29 dello stesso mese, nella gara di andata del terzo turno preliminare di Europa League, giocata in Irlanda contro lo Shamrock Rovers e vinta 2-0 dai bianconeri; nella stessa competizione, il 19 agosto realizza il suo primo gol in maglia juventina, portando la squadra in vantaggio nella partita di andata dei play-off vinta 2-1 contro gli austriaci dello Sturm Graz. L’esordio in campionato arriva dieci giorni dopo, nella trasferta persa contro la sua ex squadra del Bari (1-0). In bianconero va ad agire ancora come centrale di difesa, formando la coppia titolare assieme a Chiellini, tuttavia nella sua prima stagione a Torino incontra varie difficoltà: da una parte per l’impostazione difensiva adottata dall’allenatore Luigi Delneri, il quale lo inquadra in un rigido 4-4-2 che finisce per svilirne le qualità in fase di costruzione del gioco, e dall’altra per «un misto di supponenza e poca concentrazione» che lo porta a cadere in vari errori tecnici, le cosiddette «bonucciate». Tutto ciò ne fa tra i calciatori più contestati della rosa juventina 2010-11 che chiude il campionato con un deludente settimo posto, fallendo dopo vent’anni la qualificazione alle coppe europee.
Una situazione che si ribalta nella stagione 2011-12, quando alla guida dei piemontesi arriva Antonio Conte. Seppur relegato in panchina durante le prime settimane della nuova gestione tecnica, a favore della coppia Barzagli-Chiellini, sul finire del 2011 Bonucci ritrova la titolarità grazie alla nuova retroguardia a tre elementi studiata da Conte, che lo vede playmaker difensivo con i due succitati compagni di squadra ai lati: è la nascita della cosiddetta «BBC», la linea difensiva alla base dei successi juventini negli anni seguenti. Il 7 aprile 2012 segna un gol nella vittoriosa trasferta al Barbera con il Palermo (2-0), contribuendo al sorpasso in testa alla classifica dei bianconeri ai danni del Milan, culminato il 6 maggio seguente nella conquista lo scudetto, il primo in maglia juventina per Bonucci, arrivato grazie al 2-0 in campo neutro a Trieste sul Cagliari.
I successi
Bonucci in maglia bianconera nell’estate 2014, in amichevole a Singapore contro una selezione locale
Artefice in questo periodo di una costante crescita sul piano tecnico e soprattutto mentale, la stagione 2012-13 inizia con la vittoria della Supercoppa di Lega a Pechino, grazie al 4-2 sul Napoli maturato ai supplementari. Il 2 ottobre 2012 Bonucci realizza la sua prima rete in Champions League, nel match terminato 1-1 contro gli ucraini dello Šachtar. Il 5 maggio 2013, grazie alla vittoria casalinga per 1-0 sul Palermo, vince il secondo scudetto consecutivo. Chiude la stagione da bianconero con più presenze in assoluto (48), alla pari con il collega di reparto Barzagli. Apre la stagione 2013-14 con la conquista, il 18 agosto, della sua seconda Supercoppa di Lega, battendo a Roma per 4-0 la Lazio. Il 3 aprile 2014 va a segno per la prima volta in Europa League, decidendo la sfida di andata dei quarti di finale sul campo dei francesi dell’Lione (0-1). Il 4 maggio, a seguito della sconfitta 1-4 della Roma a Catania, senza scendere in campo vince il suo terzo scudetto consecutivo con la Juventus.
Con la squadra torinese passata nell’annata 2014-15 agli ordini di Massimiliano Allegri, il 5 ottobre decide la sfida con la Roma, principale avversaria della Juventus nella corsa allo scudetto, segnando il gol del definitivo 3-2 bianconero. Il 25 gennaio 2015, nella partita vinta 2-0 con il Chievo, raggiunge le 200 presenze in maglia juventina. Il 7 aprile, in occasione della semifinale di ritorno di Coppa Italia, mette a segno il primo gol in carriera nella manifestazione, chiudendo le marcature nello 0-3 dell’Artemio Franchi ai danni della Fiorentina, risultato che permette alla squadra torinese di raggiungere la finale, rendendo così ininfluente la sconfitta 1-2 della gara di andata. La stagione culmina con il double composto dalla vittoria del quarto scudetto consecutivo in bianconero, arrivato il 2 maggio dopo la vittoria 1-0 sul campo della Sampdoria, assieme alla Coppa Italia, vinta il 20 dello stesso mese con un 2-1 ai supplementari sulla Lazio; il 6 giugno gioca inoltre la sua prima finale di Champions League, persa 1-3 a Berlino contro gli spagnoli del Barcellona.
Ormai divenuto tra i leader dello spogliatoio juventino, l’8 agosto apre la nuova annata 2015-16 con la conquista della terza Supercoppa nazionale della carriera, superando per 2-0 la Lazio sul campo di Shanghai; inoltre il 23 settembre, in occasione della sfida casalinga di campionato pareggiata 1-1 con il Frosinone, per la prima volta scende in campo dal 1′ con la fascia di capitano della squadra. Il 2 marzo 2016, nonostante la sconfitta 0-3 rimediata a Milano contro l’Inter, ai tiri di rigore realizza il decisivo penalty che porta i bianconeri alla seconda finale consecutiva di Coppa Italia, poi vinta il 21 maggio a Roma contro un Milan superato 1-0 al termine dei supplementari. Il 25 aprile, a corollario di una rimonta-record, si aggiudica matematicamente il quinto scudetto consecutivo contribuendo così a far bissare al club il double dell’anno precedente.
Una stagione complicata
La settima stagione a Torino, seppur globalmente positiva come risultati di squadra, è negativa sotto l’aspetto personale, con Bonucci reo di comportamenti che a lungo andare logorano il rapporto con l’ambiente bianconero: una situazione deflagrata già nel mese di febbraio e poi trascinatasi per il resto dell’annata.
Nel novembre 2016, pochi giorni dopo aver contribuito con un gol al Siviglia alla qualificazione alla fase a eliminazione diretta di Champions League, subisce un infortunio al bicipite femorale della coscia sinistra durante la sconfitta esterna 3-1 in campionato contro il Genoa, restando lontano dai campi di gioco fino all’inizio del 2017. Il 17 febbraio, scendendo in campo contro il Palermo nella vittoria 4-1 allo Stadium, colleziona la trecentesima presenza con la formazione torinese: tuttavia nell’occasione, un pubblico alterco a bordocampo con Allegri gli costa l’esclusione dalla successiva trasferta di Champions League contro il Porto, prima avvisaglia dell’addìo che si consumerà a fine stagione.
Frattanto il 17 maggio mette in bacheca la Coppa Italia, primo trofeo stagionale nonché terzo consecutivo per la squadra bianconera, dopo la vittoriosa finale di Roma sulla Lazio dov’è peraltro autore del definitivo 2-0; quattro giorni dopo, con il successo 3-0 allo Stadium sul Crotone arriva anche il sesto titolo italiano di fila — e settimo personale —, che permette al difensore e alla squadra d’inanellare il terzo double nazionale di fila, e soprattutto di battere dopo 82 anni il record della Juve del Quinquennio: Bonucci, insieme ai compagni di squadra Barzagli, Buffon, Chiellini, Lichtsteiner e Marchisio, è tra i 6 esacampioni d’Italia di questo ciclo bianconero. Il 3 giugno scende in campo a Cardiff per la sua seconda finale di Champions League, persa 1-4 contro il Real Madrid. Rimarrà questa l’ultima partita del suo primo periodo torinese: infatti, nonostante quanto palesato da Bonucci appena pochi mesi prima circa il voler diventare una «bandiera» del club, il suo rapporto con la Juventus s’interrompe bruscamente nell’estate seguente.
La parentesi al Milan, il ritorno alla Juventus
Con una trattativa-lampo tra due storiche rivali che sorprende non poco addetti ai lavori e tifosi, il 20 luglio 2017 il giocatore passa al Milan per 42 milioni di euro. Su spinta della nuova proprietà rossonera appena insediatasi, viene inoltre nominato capitano della squadra, indossando la fascia fin dal suo esordio con la nuova maglia, il 17 agosto seguente a San Siro, nella vittoria contro i macedoni dello Škendija (6-0) valevole per l’andata dei play-off di Europa League.
Pur a fronte delle positive premesse della vigilia, i primi mesi a Milano si rivelano abbastanza tribolati per Bonucci, il quale rimane coinvolto nella crisi di risultati dell’undici di Vincenzo Montella; sul piano personale si aggiungono incomprensioni tattiche sul suo ruolo in campo, nonché poca serenità dettata da un ambiente rossonero che, se da una parte ripone grandi attese nel suo ingaggio, presentato fin troppo avventatamente come capace di «spostare gli equilibri» del campionato, dall’altra fatica ad accettare che «la fascia che fu di Baresi e Maldini» sia finita al braccio di chi, fino a poche settimane prima, era considerato un rivale per antonomasia. La situazione migliora parzialmente dopo l’avvicendamento tecnico tra Montella e Gennaro Gattuso, e con l’affinamento dell’intesa tra Bonucci e il compagno di reparto Romagnoli. Il 6 gennaio 2018 il difensore segna il suo primo gol in maglia meneghina, siglando il decisivo 1-0 sul Crotone; il successivo 31 marzo, a Torino, trova anche la rete del momentaneo pareggio nella prima sfida giocata contro la sua ex squadra juventina, che tuttavia non evita la sconfitta finale 3-1 dei lombardi. Quella che sarà l’unica stagione in rossonero di Bonucci si chiude in negativo, non riuscendo a fare la differenza in un discontinuo Milan che finisce relegato alla lotta per l’Europa League; anche il cammino in Coppa Italia, dove la squadra raggiunge la finale, termina con una netta sconfitta 0-4, ancora per mano della Juventus.
La mancanza di certezze che permea il club rossonero in questa sua fase storica, e che nell’estate 2018 sfocia nel secondo passaggio di proprietà in poco più di un anno, porta Bonucci a virare dopo appena dodici mesi verso un clamoroso dietrofront: una volta chiesta la cessione, il 2 agosto torna alla Juventus per 35 milioni di euro, nell’ambito di uno scambio di cartellini con Caldara.
Nazionale
Il 28 febbraio 2010, mentre militava nel Bari, ha ricevuto la prima convocazione in nazionale, a opera del commissario tecnico Marcello Lippi. Esordisce il successivo 3 marzo, a 22 anni, giocando titolare nella partita amichevole contro il Camerun (0-0) disputata allo Stade Louis II del Principato di Monaco. Alla sua seconda presenza, il 3 giugno, realizza il suo primo gol in azzurro nella partita amichevole disputata a Bruxelles e persa 1-2 contro il Messico. Inserito nella lista dei 23 convocati al campionato del mondo 2010 in Sudafrica, non viene mai impiegato.
Confermato nel gruppo azzurro dal nuovo CT Cesare Prandelli, è convocato per il campionato d’Europa 2012 in Polonia e Ucraina. Esordisce a Danzica, il 10 giugno, nella gara con la Spagna (1-1), e scende in campo in tutte le 6 partite disputate dall’Italia, che arriva sino alla finale del 1º luglio, dove si ritrova contrapposta ancora alle Furie Rosse, che stavolta vincono con un netto 4-0. Nel giugno 2013, Bonucci è confermato da Prandelli nella rosa per la Confederations Cup in Brasile. Il 27 dello stesso mese, nella semifinale con la Spagna disputata a Fortaleza, risulta fatale il suo errore ai tiri di rigore che estromette gli azzurri dalla finale; con l’Italia conquista il terzo posto nella manifestazione, arrivato dopo aver superato l’Uruguay nella finale di consolazione, risoltasi anch’essa ai rigori. Ormai tra i punti fermi (assieme ai colleghi di reparto Buffon, Barzagli e Chiellini, e agli altri compagni di squadra Marchisio e Pirlo) della cosiddetta Ital-Juve dei primi anni 2010, è convocato al campionato del mondo 2014 in Brasile. Qui è tuttavia schierato unicamente nella terza partita del girone, persa 0-1 con l’Uruguay, che determina l’eliminazione della nazionale.
Sotto la nuova gestione tecnica di Antonio Conte, il 4 settembre 2014, nell’amichevole Italia-Paesi Bassi (2-0), indossa la fascia di capitano dopo l’uscita dal campo di De Rossi; il 18 novembre seguente, nell’amichevole Italia-Albania (1-0) disputata a Genova, per la prima volta scende in campo dal 1′ come capitano della nazionale. Nel maggio 2016 è inserito nella rosa dei 23 convocati per il campionato d’Europa 2016 in Francia: nell’esordio azzurro nella competizione, il 13 giugno, serve l’assist a Giaccherini per la prima rete nel successo 2-0 sul Belgio. Autore di ottime prestazioni nel corso del torneo — miglior giocatore nella sfida degli ottavi di finale vinta 2-0 sulla Spagna campione continentale in carica —, ai quarti di finale contro la Germania realizza dal dischetto il gol dell’1-1; tuttavia, nell’epilogo ai tiri di rigore, è tra gli azzurri che non riescono a mettere a segno il proprio tentativo, sancendo l’eliminazione italiana.